Storicamente la cittadinanza \u00e8 stata descritta come il \u201cdiritto ad avere diritti\u201d.
Tuttavia, l\u2019evoluzione del diritto internazionale sui diritti umani e le diverse Convenzioni che sono state adottate dalla comunit\u00e0 internazionale hanno posto l\u2019individuo in quanto tale come titolare di diritti fondamentali, in assenza di discriminazione, quindi a prescindere dal fatto che possegga o meno una cittadinanza. La cittadinanza stessa si \u00e8 affermata come un diritto fondamentale, codificato in numerosi strumenti internazionali sui diritti umani, in primis nella Dichiarazione Universale del 1948.<\/p>
Nonostante le persone apolidi siano quindi, alla pari di chi possiede una cittadinanza, titolari di tutti i diritti umani fondamentali, alla luce della loro peculiare situazione e degli ostacoli che inevitabilmente l\u2019assenza di una cittadinanza pone nell\u2019accedere a tali diritti, necessitano di ulteriore protezione. I diritti da garantire alle persone apolidi sono sanciti dalla Convenzione del 1954 sullo statuto delle persone apolidi.<\/p>
La Convenzione del 1954 si basa su un principio cardine: nessuna persona apolide deve essere trattata meno favorevolmente di uno straniero che possiede una cittadinanza.<\/strong> Solo in alcuni casi la Convenzione dispone che gli apolidi debbano essere trattati alla pari dei cittadini<\/strong> dello Stato contraente, quali ad esempio l\u2019accesso all\u2019educazione primaria e la libert\u00e0 di religione.<\/strong> In aggiunta, alla luce della maggiore vulnerabilit\u00e0 cui sono esposte le persone apolidi, la Convenzione dispone delle misure di protezione particolari, tra cui: il diritto all\u2019assistenza amministrativa, il diritto a documenti di identit\u00e0 e a un titolo di viaggio e l\u2019esenzione dalla condizione di reciprocit\u00e0<\/strong>. Questi aspetti, che prendono in considerazione le peculiari difficolt\u00e0 derivanti dal non avere una cittadinanza, non sono regolati altrove nel diritto internazionale e risultano tra i principali benefici legali di cui sono titolari le persone apolidi grazie alla Convenzione del 1954.<\/p>La Convenzione persegue un approccio su scala graduale, specificando che alcune tutele cos\u00ec come l\u2019accesso ad alcuni diritti vanno garantiti a tutti gli apolidi che si trovano sotto la giurisdizione di uno Stato contraente, mentre altri possono essere riservati solo alle persone apolidi legalmente presenti, legalmente soggiornanti o residenti abitualmente.<\/p>
Tutte le persone apolidi, a prescindere dal titolo del soggiorno, devono godere dei diritti: di propriet\u00e0<\/strong>, di accedere alla giustizia<\/strong>, all\u2019istruzione pubblica<\/strong>, all\u2019assistenza amministrativa<\/strong>, di religione<\/strong>, ad ottenere documenti di identit\u00e0<\/strong> e alla naturalizzazione agevolata.<\/strong><\/p>Le persone apolidi legalmente presenti devono avere accesso ai diritti: al lavoro autonomo,<\/strong> alla libert\u00e0 di circolazione<\/strong> all\u2019interno dello Stato contraente e alla protezione dall\u2019espulsione. <\/strong><\/p>Le persone apolidi legalmente soggiornanti in uno Stato contraente hanno diritto: al lavoro<\/strong>, all\u2019esercizio di libere professioni, di associazione<\/strong>, all\u2019alloggio<\/strong>, all\u2019assistenza pubblica<\/strong>, alla sicurezza sociale<\/strong> e ai documenti di viaggio<\/strong>.<\/p>Infine, le persone apolidi che risiedono abitualmente in uno Stato contraente, devono avere accesso alla protezione del diritto d\u2019autore e della propriet\u00e0 intellettuale e all\u2019assistenza legale e all\u2019assistenza per il pagamento di una cauzione o di una garanzia per le spese legali in caso di avvio di azioni legali in tribunale.<\/p><\/div><\/div><\/div><\/div><\/div><\/div><\/div>