Il CIR ha contribuito all’aggiornamento relativo all’anno 2020 dell’Index sul fenomeno dell’apolidia in Italia, che mostra alcuni progressi fatti per colmare le lacune riscontrabili nella normativa, nelle politiche e nella prassi. Sebbene il sistema italiano preveda due possibilità – una procedura amministrativa e una giudiziaria – per la determinazione dello status di apolide e che gli apolidi riconosciuti possano godere di una gamma di diritti, sono necessari dei miglioramenti. L’accesso alla procedura è in un certo modo limitato, quella amministrativa ha poche tutele procedurali e la protezione nel corso di entrambe le procedure è limitata.
Le tutele procedurali relative alla detenzione amministrativa sono anch’esse poche nella pratica. Sono stati evidenziati ostacoli per l’accesso ad un’adeguata assistenza legale e a rimedi effettivi nel 2020, alcuni dei quali peggiorati a seguito delle restrizioni imposte dalla pandemia da COVID-19. Ci sono alcune tutele per la prevenzione dell’apolidia in Italia, incluse per i bambini nati sul territorio italiano per rischiano di essere apolidi e per i bambini italiani nati all’estero; ma i problemi permangono per quanto concerne l’implementazione delle previsioni nella prassi. Pochi concreti passi sono stati fatti nel 2020 per affrontare i rischi riconosciuti della condizione di apolidia vissuta dalla comunità Rom in Italia.
Il nuovo aggiornamento dell’Index fornisce alcuni dati aggiornati sulla popolazione apolide così come nuove analisi sulle norme relative alla revoca della cittadinanza che evidenziano forti preoccupazioni per quanto riguarda in particolare la revoca della cittadinanza in funzione securitaria, che potrebbe rendere le persone apolidi e che possono essere applicate solo su persone naturalizzate italiane.
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